fonte: Dipartimento della Protezione Civile
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Ogni processo di comunicazione, informazione o educazione è necessariamente un processo a cascata. Tutti noi, a scuola come sul lavoro, siamo stati formati da persone che, a loro volta, sono state formate da altre persone. Quindi ci è sembrato del tutto naturale utilizzare questo processo anche nella formazione dei volontari e, di conseguenza, nella comunicazione finale con i cittadini. Tanto per cominciare, vengono selezionati dei volontari su tutto il territorio nazionale, che svolgano il ruolo di formatori all’interno delle aree territoriali di riferimento per le successive edizioni della campagna: area nord, area centro, area sud, area Sicilia e area Sardegna. Dal 2015, infatti, si è deciso di individuare un gruppo stabile di formatori motivati, disponibili a fare una formazione più approfondita e che – suddivisi a gruppi di due o di tre su base territoriale – hanno il compito di organizzare la formazione a cascata con i volontari delle diverse organizzazioni di volontariato che partecipano alla campagna. Ogni gruppo di due o di tre volontari formatori, formati in modo approfondito da tecnici, scienziati e professionisti della comunicazione del rischio, diventa responsabile della formazione per le piazze della propria Regione: qualora risulti necessario, viene chiesto ai volontari formatori di organizzare l’attività anche per piazze di Regioni limitrofe.
Alla fine del processo, per essere sicuri che tra tutti ci sia omogeneità nel livello di conoscenze, vengono organizzate delle giornate di refresh: una specie di ripasso in cui ogni partecipante è chiamato a esercitarsi anche attraverso delle simulazioni pratiche. Dopodiché, tutti i volontari sono formati e pronti a incontrare i cittadini.
Diciamo incontrare, e non informare, per porre l’accento sulla filosofia su cui si fonda la campagna. I volontari non fanno volantinaggio. Non si limitano a lasciare il materiale informativo alle persone, ma si fermano a parlare con loro, illustrano il problema, in qualche modo lo raccontano e rimangono a disposizione per eventuali domande e chiarimenti. Anche dopo le giornate della campagna, visto che, come abbiamo detto, i volontari operano e vivono sul territorio in cui comunicano.
Questo è quello che succede oggi nelle piazze di Io non rischio. Il domani lo costruiremo giorno per giorno con i volontari, i cittadini e tutti quelli che vivono con noi questa campagna.